INCONTRARE LA PROFEZIA
Dio nasce a Betlemme, persino le stelle lo dicono, sembra che il vangelo suggerisca che basta fare bene il proprio mestiere per iniziare il cammino di avvicinamento a Gesù. Poi è vero, i magi sbagliano strada, ma così incrociano la sapienza della Bibbia. Incontrano la profezia.
Sapere e Profezia si incontrano sotto i tetti di Gerusalemme, a un passo dalla verità, ma non riescono a raggiungerla. La stella si accende solo quando i magi ricominciano a camminare. E allora comprendiamo: la verità vuole il sapere dei magi, la profezia dei sapienti ma anche il cammino degli innamorati.
Erode non cammina. E per lui la stella non si accenderà. Erode non cammina, profondamente impaurito. Io credo che un po’ di paura sia legittima. Che Erode un po’ di ragione l’abbia. Basta guardare i doni che i magi portano a Gesù. Quelli sono tre indizi fondamentali per narrare la nostra fede e quindi anche le nostre paure di credere.
L’oro. L’oro è dono per un re. Fede è riconoscere Gesù re della nostra storia. Ma come si fa a non aver paura? Ad avere un re così debole e fragile. A credere in un re disarmato, in un re che non conosce altra giustizia che non sia misericordia?
L’incenso. L’incenso è per Dio. Ma come possiamo non sentire un brivido di paura quando ci dicono che Dio è un bambino che possiamo tenere tra le braccia? Come non aver paura nel sapere che Dio è così terribilmente umano e fragile?
La mirra. A ungere un cadavere. Come possiamo non sentire un tremito pensando a un Dio che non starà fuori dalla morte ma nella morte ci entrerà fino in fondo?
Ti chiediamo, Signore,
la forza di assumere la regalità della vita che si chiama libertà,
di accogliere l’incenso che apre all’infinito,
di prendere la mirra che offre alla vita un motivo per donarsi.
Te lo chiediamo con paura, con timore e tremore.
Don Alessandro Deho' alessandrodeho.com
Nessun commento:
Posta un commento