sabato, dicembre 23, 2023

Vigilia di Natale


DOVE ABITA DIO 

È la vigilia di Natale e il vangelo dell’Annunciazione ci è dato quale portale d’accesso a questo “stupendo mistero” in cui l’amore traboccante di Dio ha scelto di abitare tra noi. Colui che non si lascia racchiudere nello spazio sacro di un tempio (I Lettura) ha voluto abbracciare il limite della condizione umana, ricevendo «da Maria la vera carne della nostra fragilità e umanità» (san Francesco d’Assisi).

Gli è bastato il suo sì. La liturgia ci rivela una “gestazione” iniziata già prima dell’annuncio dell’angelo e durata ben oltre nove mesi. Sin dall’eternità il Padre, silente, portava in sé la sua Parola d’amore, «mistero avvolto nel silenzio per secoli eterni» (II Lettura);

ma per poterla pronunciare nel tempo, ha scelto di aver bisogno del sì di una giovane donna, di un’umanità accogliente e aperta a ricevere il suo dono. Dio abita dove qualcuno gli apre la porta e aderisce al suo progetto d’amore. Non è storia passata: lui chiede oggi di essere accolto, come Dio e come uomo. Come Dio, nell’assenso della nostra fede; come uomo, nel volto di ogni uomo, perché il Natale sia veramente Natale.

Sorelle Clarisse, Monastero Immacolata Concezione - Albano L. (RM)

Il paese dell’anima, del pane e della pace

Ed eccoci a Betlemme: il paese dell’anima, il paese del pane e della pace messianica. Maria e Giuseppe si sentono un po’ frastornati dal via vai di gente a piedi, su asini, carri; a sentire dal tono dei diversi dialetti, è gente proveniente da tante parti della Terra Promessa, tutti in cerca di un posto dove mangiare e dormire, facendosi forza con spintoni o con modi poco gentili. È il solenne censimento che le porta a spostarsi nella città di origine. E anche loro – Maria e Giuseppe – per un po’ vanno a zonzo cercando una locanda: tutto pieno, tutto pieno.

Vanno un po’ fuori villaggio, là dove una grande roccia nasconde diverse grotte e finalmente ne trovano una libera, con una mangiatoia. È come avere trovato un rifugio confortevole dopo giorni di viaggio. Lì nasce Gesù il Cristo, il Messia, il Salvatore, tra il calore di Maria, di Giuseppe, del bue e dell’asinello (come vuole la tradizione) e anonimi pastori, protagonisti, loro malgrado, del più grande mistero della storia: Il Figlio di Dio, la Seconda Persona della Trinità che si fa carne e bambino a Betlemme di Giudea.

Prendiamo oggi dallo zaino un delicato libretto di sant’Alfonso Maria de’ Liguori e lo apriamo alla “Canzoncina a Gesù Bambino”, con la celebre “Tu scendi dalle stelle”. Forse sarebbe il caso di leggere e poi cantare tutte e sette le strofe, per respirare la devozione e la fede del Santo, ma adesso non possiamo. Ci limitiamo soltanto a una delle strofe: «Tu lasci del tuo Padre il divin seno / per venire a penar su questo fieno. / Dolce amore del mio core / dove amor ti trasportò? / O Gesù mio / per chi tanto patir? Per amore mio».

È come essere anche noi tutti dentro la grotta di Betlemme, con Maria e Giuseppe, confusi tra i pastori e i contadini venuti a vedere il Bambino della Festa nel «censimento di tutta la terra».

don Vincenzo Arnone - La Domenica




LE VIE DEL SANGUE E DEL VENTO

IV Domenica di Avvento 2023  (PDF)


Avvicinarsi silenziosi

a questa pagina di vangelo

è precauzione fondamentale.

Basta una parola fuori posto a incrinare

la perfezione dell’Annunciazione.

L’equilibrio perfetto tra Sangue e Vento, Carne

e Spirito. Il sangue stupito di una ragazzina

che si sente amata da uno sguardo di Vento che

conosceva da sempre e che però non era ancora

sceso così profondamente.

Rallegrati, piena di grazia, il Signore è con te.

Ogni storia d’Amore parte da qui. Gioia,

pienezza d’amore e prossimità. Da questo affondo deciso alle nostre solitudini,

a quelle che subiamo e a quelle che scegliamo.

Con te, la storia si compie sempre dentro una proposta di alleanza. Questo è il

primo passo di Dio. Alleanza che si consuma, nel vangelo, scegliendo la poetica

ricercata della periferia. Arte povera quella dell’annunciazione.

Piccola cosa, come Maria. Arte Povera. Lo splendore nascosto nella polvere

dei giorni.

Innamorarsi del sangue e della polvere per dire che la Speranza fiorisce nella

carne del quotidiano.

Signore soffia, a pochi giorni dal Natale, un respiro di Vento nuovo nelle vene

stanche delle nostre esistenze.

Donaci la forza della prossimità.

Donaci il coraggio dell’amore e la verginità degli occhi.

Donaci la forza di dire sì alla tua Parola. E che la nostra paura non si opponga

troppo alla tua fantasia.

www.paoline.org

Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola.

Don Alessandro Deho’

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