Adorazione


Beato D. Giacomo Alberione


Don Giacomo Alberione nacque il 4 aprile 1884 a San Lorenzo di Fossano (Italia). Ancora giovane seminarista, la notte di passaggio dal secolo XIX al XX, nel corso di una lunga adorazione eucaristica, visse una intensa esperienza spirituale. In essa percepì con chiarezza la sua futura missione: vivere e dare al mondo Gesù Cristo Via e Verità e Vita, utilizzando, a tal fine, tutti i mezzi più celeri ed efficaci che il progresso umano offre per la comunicazione tra le persone. 
Per realizzare questa missione, fondò la “Famiglia Paolina”, composta da cinque Congregazioni religiose, quattro Istituti di consacrati secolari e una Associazione di laici. Concluse la sua esistenza terrena il 26 novembre 1971, dopo aver ricevuto la visita del Papa Paolo VI.

Il beato Alberione, nella sua vita, perseguì con tenacia due ideali. Il primo fu la ricerca di una profonda intimità con Dio, attuata attraverso l’impegno di una sempre più piena conformazione a Gesù Maestro, Via, Verità e Vita, sull’esempio dell’apostolo san Paolo, che poté scrivere di sé: «Vivo, però non più io, ma vive in me Cristo» (Gal 2, 20). In tal senso coltivò una intensa vita spirituale, alimentata alle sorgenti della Scrittura e della Eucaristia. Nel prolungato contatto con Dio nella preghiera, capace di raggiungere anche le vette della contemplazione, attingeva la luce e la forza per le iniziative da intraprendere, come egli stesso ha ricordato: «Per maggiore tranquillità e fiducia egli deve dire che tanto l’inizio come il proseguimento della Famiglia Paolina sempre procedettero nella doppia obbedienza: ispirazione ai piedi di Gesù-Ostia e confermata dal Direttore spirituale; ed insieme per volontà espressa dei Superiori ecclesiastici» (AD 29).
Il secondo grande ideale che animò il beato Alberione fu l’amore per le anime. La constatazione che nel mondo vivono ancora tante persone che non conoscono il Cristo o non lo conoscono a sufficienza gli era motivo di una santa inquietudine ma in pari tempo stimolo per un ardente zelo sacerdotale. Le numerose fondazioni, l’assunzione dei mezzi più celeri ed efficaci della comunicazione sociale nell’apostolato, le molteplici iniziative intraprese ebbero un unico obiettivo: far pervenire al maggior numero di uomini e donne la Parola di Dio e suscitare in essi l’amore per il Cristo, nel quale unicamente si incontra la salvezza. - Gli stessi ideali non si stancò di inculcare ai suoi figli e figlie, facendo loro intravedere sempre nuove e più ampie prospettive.
Chi meglio di ogni altro ha compreso e descritto la personalità e lo spirito che animò Don Alberione è stato il papa Paolo VI, il quale, in una udienza accordata alla Famiglia Paolina, presente il Fondatore, ne ha tracciato questo commosso ritratto: «Nel nome di Cristo, Noi lo ringraziamo e benediciamo. Eccolo: umile, silenzioso, instancabile, sempre vigile, sempre raccolto nei suoi pensieri, che corrono dalla preghiera all’opera (secondo la formula tradizionale: “ora et labora”), sempre intento a scrutare i “segni dei tempi”, cioè le più geniali forme di arrivare alle anime, il nostro Don Alberione ha dato alla Chiesa nuovi strumenti per esprimersi, nuovi mezzi per dare vigore e ampiezza al suo apostolato, nuova capacità e nuova coscienza della validità e della possibilità della sua missione nel mondo moderno e con mezzi moderni» (28.06.1969).

ADORAZIONE EUCARISTICA

Canto iniziale per l’esposizione

Guida: «Signore cosa vuoi che io faccia?»: quante volte don Alberione avrà pregato così!... E Gesù gli parla: dal Tabernacolo doveva attingere luce per i passi da compiere; da lì, lasciarsi consolare; da lì, ricevere misericordia e ripartire con fiducia per costruire il suo grande sogno. Il sognatore è chi non teme di realizzare il proprio progetto e, con pazienza e coraggio, lo costruisce giorno per giorno. Ma dove attingere luce, forza... vita per vivere il sogno di Dio? Tutto parte dall'Eucaristia! Dall'intimità con Gesù! Lui il Signore della vita.

Preghiamo con il Beato don Alberione: 

Ti adoro presente in me, Verbo incarnato, figlio unigenito e splendore del Padre, nato da Maria. Ti ringrazio, Maestro unico e Verità, per esserti degnato di venire in me ignorante e peccatore. Con Maria io ti offro al Padre; per te, con te, in te sia lode in eterno, ringraziamento e supplica per la pace degli uomini. Illumina la mia mente, rendimi docile discepolo della Chiesa, fa’ che io viva di fede, dammi l’intelligenza delle Scritture, rendimi tuo ardente apostolo, fa’ risplendere sino ai confini del mondo la luce del tuo Vangelo. 

Tempo di silenzio

GESÙ VERITÀ 

Guida: Come San Paolo e sull’esempio del beato Giacomo Alberione ravviviamo una dimensione fondamentale del nostro carisma paolino, interiorizzata e vissuta dalle parole del nostro fondatore don Alberione: “vivere e dare al mondo Gesù Cristo, Via, Verità e Vita”.

Vieni, vieni, Spirito d'amore, 
ad insegnar le cose di Dio. 
Vieni, vieni, Spirito di pace, 
a suggerir le cose che Lui ha detto a noi. 

Noi t'invochiamo, Spirito di Cristo, 
vieni Tu dentro di noi. 
Cambia i nostri occhi, fa’ che noi vediamo 
la bontà di Dio per noi.
Vieni, o Spirito dai quattro venti 
e soffia su chi non ha vita.
Vieni, o Spirito, soffia su di noi
perché anche noi riviviamo.

Insegnaci a sperare, insegnaci ad amare.
Insegnaci a lodare Iddio. 
Insegnaci a pregare, insegnaci la via. 
Insegnaci Tu l'unità. 

PRIMA LETTURA 1Cor. 9,16-23 

Fratelli, non è per me un vanto predicare il vangelo; è un dovere per me: guai a me se non predicassi il vangelo! Se lo faccio di mia iniziativa, ho diritto alla ricompensa; ma se non lo faccio di mia iniziativa, è un incarico che mi è stato affidato. Quale è dunque la mia ricompensa? Quella di predicare gratuitamente il vangelo senza usare del diritto conferitomi dal vangelo. Infatti, pur essendo libero da tutti, mi sono fatto servo di tutti per guadagnarne il maggior numero: mi sono fatto Giudeo con i Giudei, per guadagnare i Giudei; con coloro che sono sotto la legge sono diventato come uno che è sotto la legge, pur non essendo sotto la legge, allo scopo di guadagnare coloro che sono sotto la legge. Con coloro che non hanno legge sono diventato come uno che è senza legge, pur non essendo senza la legge di Dio, anzi essendo nella legge di Cristo, per guadagnare coloro che sono senza legge. Mi sono fatto debole con i deboli, per guadagnare i deboli; mi sono fatto tutto a tutti, per salvare ad ogni costo qualcuno. Tutto io faccio per il vangelo, per diventarne partecipe con loro.

Maestro, tu hai parole di vita eterna:
alla mia mente, ai miei pensieri sostituisci Te stesso,
o Tu che illumini ogni uomo e sei la stessa verità:
io non voglio ragionare che come tu ammaestri,
né giudicare che secondo i tuoi giudizi,
né pensare che Te verità sostanziale, data dal Padre a me:
“Vivi nella mia mente, o Gesù verità”.

Canto

GESÙ VIA 

Guida: Don Alberione sempre ha lasciato: che la parola di Dio parlasse alla sua vita. Nell'ascolto della parola egli ha scoperto come il Dio del suo sogno è un Dio delle sorprese, che fa le cose nuove e chiede docilità alla Sua novità. E don Alberione, alla novità del Vangelo, ha obbedito. Sognare non è essere sconnessi alla realtà, ma starci dentro con tutti e due i piedi in un atteggiamento contemplativo. I grandi sogni, quelli in sintonia con il sogno di Dio, nascano dal silenzio e dall'ascolto.

* La Bibbia è il cibo più squisito per l’anima nostra, è il pane datoci dal Padre Celeste, prendiamolo e mangiamolo quotidianamente, perché, come il corpo quotidianamente ha bisogno del pane materiale, così l'anima tutti i giorni dev'essere nutrita del pane celeste (Leggete le Sacre Scritture, pp. 213-214). 

* Direte che il Vangelo è difficile. No, non lo è, perché il Signore lo ha fatto proprio per la nostra testa, come ha fatto il pane per lo stomaco. Quando siete tristi, aprite la Scrittura e troverete la parte che vi consola. Così nei dubbi, nei timori: fate come i santi, che in ogni dubbio e timore andavano alla fonte (Pensieri, p. 54). 

* Nella Scrittura si parla del paradiso oltre settecento volte, perché è la lettera che Dio Padre ha scritto agli uomini per invitarli al cielo, perché essi indovinandone la via si salvino. Nel Vecchio e nel Nuovo Testamento è sempre la Parola di Dio, messa là come lampada che rischiara la strada, in mezzo alle passioni del mondo, alle tentazioni del demonio, è la lampada accesa che risplende davanti a tutti (Alle Figlie di San Paolo,1932). 

*  Se arriva una lettera attesa dal padre, la si legge con attenzione dall'inizio fino ai saluti, fino alla firma; e nello stesso tempo poi si pensa, si vuole indovinare il concetto, il pensiero del padre e si rilegge con attenzione. Ora, se noi non leggessimo la lettera di Dio agli uomini, quando compariremo davanti a lui, quale vergogna! Non hanno neppure letto la mia lettera! E allora come potevi conoscere la via della salvezza, come potevi conoscere quale strada io ti indicavo nella mia lettera? (Meditazioni per consacrate secolari, p. 393). 

Momento di riflessione personale 

Canto

GESÙ VITA 

Guida:  Don Alberione sempre ha lasciato: che la parola di Dio parlasse alla sua vita. Nell'ascolto della Parola egli ha scoperto come il Dio del suo sogno è un Dio delle sorprese, che fa le cose nuove e chiede docilità alla Sua novità. E don Alberione, alla novità del Vangelo, ha obbedito. Sognare non è essere sconnessi alla realtà, ma starci dentro con tutti e due i piedi in un atteggiamento contemplativo. I grandi sogni, quelli in sintonia con il sogno di Dio, nascono dal silenzio e dall'ascolto. Santissima Trinità, che hai voluto far rivivere nella Chiesa il carisma apostolico di san Paolo, rivelandoti nella luce dell'Eucaristia al beato Giacomo Alberione, fa' che la presenza di Cristo Maestro, Via, Verità e Vita, si irradi nel mondo per mezzo di Maria, Regina degli Apostoli. Glorifica nella tua Chiesa questo apostolo della nuova evangelizzazione, e suscita, uomini e donne aperti ai "segni dei tempi" che, sul suo esempio, operino con i moderni mezzi di comunicazione per condurre a te l’intera umanità. 

Benedizione e canto finale

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