mercoledì, aprile 10, 2024

Mater Dei

 MATER DEI 

Questo è il film voluto e fatto da Don Alberione dove con semplicità racconta tutta la storia della salvezza dell'umanità "VIA HUMANITAS"   Ho desiderato tanto vedere il film che Lui ha fatto, ma mai nessuno mi aveva aiutato a trovarlo, oggi mi è arrivato, l'ho visto, ho pianto di Gioia e di tenerezza, è semplice, povero... Ma dice tutto quello che aveva nel Suo Cuore, e che desiderava tanto, comunicare a tutta l'umanità ANDATE IN TUTTO IL MONDO E ANNUNCIATE A TUTTI LA STORIA DELLA SALVEZZA, USATE TUTTI I MEZZI, AIUTATE LE ANIME A SALVARSI. Ecco la Missione del Beato Giacomo Alberione e di tutti i Suoi Figli Spirituali. Grazie Signore per avermi condotta in questa meravigliosa Famiglia Paolina. La nostra Spiritualità e Missione è per condurre le ANIME AL CIELO, AL PADRE, AL PARADISO... C'è chi è chiamato a  curare i malati... i poveri... i giovani... i bambini e tutto il resto... Noi siamo chiamati a condurre le ANIME AL PARADISO!!  AMEN!! ALLELUIA!!  NON DOBBIAMO FERMARCI... AVANTI CON GIOIA... E CON AMORE...

C.C. - Imsa



lunedì, aprile 08, 2024

Annuncio a Maria

 

Maria nel giorno dell’Annunciazione la contempliamo nel momento del suo “sì” («fiat mihi» / «genoito moi» Lc 1,38), della sua risposta all’eterno disegno della Trinità. Tutta la creazione attendeva quel “sì” che apre l’intera creazione a Cristo e alla Redenzione dell’intero creato (cfr. Rm 8,18-23). È la pienezza dei tempi (cfr. Gal 4,4): nel momento in cui il suo “sì” storico permette nel tempo il “sì” di Gesù che è un eterno “sì” al Padre (cfr. Eb 10,5-10); nel momento in cui il suo “sì” diviene possibilità e modello per la Chiesa tutta e per ogni uomo di rispondere con il proprio “sì”. È un “fiat” nel silenzio. Cioè un “sì” operativo ma nel silenzio: non viene sbandierato, non viene pubblicizzato. Certo l’evangelista Luca ce lo racconta, ma ormai è storia evangelica e non cronaca curiosa. A parte l’Angelo, chi era presente? A chi lo va a raccontare? Neppure a Giuseppe, che deve ugualmente dare il suo libero assenso in piena libertà e autonomia… e nel silenzio. Dobbiamo contemplare questo “sì”, poiché questa adesione permette l’adempirsi della volontà di Dio: come avrebbe la Vergine da sola portato avanti il piano di Dio? Proprio san Giuseppe ha permesso con il suo silenzioso e fattivo “sì” che si compisse il piano eterno di Salvezza. 

(da SiatePerfetti - leggi tutto)

domenica, aprile 07, 2024

Buona festa a tutte

 

Annunciazione  di Leonardo 



1 - Care Annunziatine, L'evento dell'Annunciazione del Signore sia per voi un programma di vita. Che ognuna di voi sia un segno della presenza di Maria e del suo “sì” al progetto di Dio per gli uomini di questo tempo. Ogni bene! 

2 - Dear members of Institute of Our Lady of The Annunciation, may the event of the Annunciation of the Lord be a programme of life for you. May each of you be a sign of Mary's presence and of her “yes” to God's plan for the people of this time. All the best!

3 - Estimadas Anunciatinas, Que el acontecimiento de la Anunciación del Señor sea para vosotros un programa de vida. Que cada uno de vosotros sea signo de la presencia de María y de su “sí” al proyecto de Dios para los hombres de este tiempo. Os deseo lo mejor.

4 - Queridas membros do Instituto Nossa Senhora da Anunciação, Que o acontecimento da Anunciação do Senhor seja para vós um programa de vida. Que cada um de vós seja um sinal da presença de Maria e do seu “sim” ao projeto de Deus para os homens deste tempo. Tudo de bom!

5 - Chers membres de l'Institut Notre-Dame de l'Annonciation, Que l'événement de l'Annonciation du Seigneur soit pour vous un programme de vie. Que chacun de vous soit un signe de la présence de Marie et de son “oui” au projet de Dieu pour les hommes de ce temps. Je vous souhaite le meilleur !

6 - Drogie Anunziatynki, niech wydarzenie Zwiastowania Pańskiego będzie dla Was programem życia. Niech każda z Was będzi znakiem obecności Maryi i jej „tak” na plan Boga wobec ludzi obecnego czasu. Wszelkiego dobra!

Don Boguslaw Zeman
Delegato generale per gli Istituti Aggregati
Annunciazione del Signore 2024



sabato, aprile 06, 2024

Vergine e Madre

 

L'Annuncio a Maria

Il glorioso San Bernardo osserva che il santo Nome di Maria significa stella maris cio’ che si adatta bene a lei in quanto ‘come la stella emette il suo raggio senza corrompersi, cosi’ senza infrangere la sua integrita’ la Vergine partori’ il Figlio. Il raggio non diminuisce la splendore della stella e il Figlio non toglie l’integrita’ alla Madre.’ In un altro brano lo stesso santo paragona la sua Verginita’ con una stella e la sua Maternita’ con un’altra: due stelle che si illuminano a vicenda con i propri raggi. 

Ora il fatto che il Figlio della santissima Vergine e’ una Persona Divina, fa che la Madonna e’ Madre di Dio, cosi’ che san Bernardo si immagina al momento dell’anunziazione il mondo intiero aspettare il suo fiat per l’avvento del Salvatore: 

‘Tutta l’umanita’ prostrata ai vostri piedi l’attende’, scrive, ‘Rispondete presto, o Vergine; pronunziate, o Signora, la parola che terra ed inferi e persino il cielo aspettano. Anche il Re e Signore di tutti, quanto si e’ invaghito della vostra grazia, altrettanto desidera la vostra affermativa risposta: poiche’ per essa ha deciso di salvare il mondo. 

‘Date la vostra parola, e accogliete la Parola, dite la vostra parola umana, e concepite la parola di Dio; pronunziate la vostra parola che passa, e stringete al vostro seno la parola che e’ eterna.’ E la Vergine risponde: ‘Il Verbo che in principio era presso Dio si faccia carne della mia carne, seconda la Vostra parola… il Verbo che io possa non solo udire con l’orecchio, ma vedere con gli occhi, toccare con le mani, portare sulle spalle: non la parola scritta e muta, ma la Parola incarnate e viva, stampata non in mute figure e tracciata su una pergamena senz’anima, ma impressa vivente e in forma umana nelle mie caste viscera, e cio’ non per pittura di penna innerte, ma per opera dello Spirito Santo.’ 

Che queste brevi meditazioni servano ad accendere nei nostril cuori l’amore per il cielo, il desiderio di passare la vita guadagnando meriti per l’eternita’, ed il desiderio infine di vedere lassu’ dopo questo nostro esilio la Santissima Madonna, Vergine e Madre, ed il frutto Sacratissimo del suo seno Gesu’.


(Ascolta l'audio)  - Spiritualità RRL

lunedì, aprile 01, 2024

Annuncio del Signore

 

2024 8 aprile  Solennità Annunciazione

ANNUNCIAZIONE DEL SIGNORE

Titolare dell’Istituto Maria SS. Annunziata
SOLENNITÀ

La solennità odierna ricorda l’annunzio dell’arcangelo Ga­briele alla Ss. Vergine: «Ave, piena di grazia, il Signore è con te… Tu partorirai e darai alla luce un Figlio che chiamerai Gesù » (Lc 1,28.31).

Il consenso di Maria, che precedette l’incarnazione del Verbo di Dio, è di grandissima importanza nella storia della salvezza; infatti tutto ci viene dall’incarnazione del Verbo. Per questo la liturgia fa solenne memoria di questo sacra­mento della nostra salvezza, reso possibile dalla perfetta di­sponibilità di Maria: «Avvenga di me quello che hai detto» (Lc 1,38).

Don Alberione, devotissimo di Maria, ha sempre vissuto e sentito l’importanza di questa solennità, inserita nella spiri­tualità paolina come richiamo al magistero di Maria che dà Cristo all’uomo e orienta l’uomo a Cristo.

In una preghiera, dettata il 22 aprile 1958, egli esalta la fe­de di Maria, rende grazie per il mistero dell’incarnazione e chiede per sé e per i suoi figli la virtù della fede.

Vale la pena di riprodurla. Illustra bene il significato della solennità.

«”Tutte le generazioni ti proclamino beata, o Maria”. Tu hai creduto all’arcangelo Gabriele e in te si sono compiute tutte le grandi cose che egli ti aveva annunziato. L’anima mia e tutto il mio essere ti lodano, Maria. Hai prestato fede all’incarnazione del Figlio di Dio nel tuo seno verginale: e sei diventata la Madre di Dio. Al tuo “sì” il Verbo eterno si fece uomo e visse tra gli uomini. Spuntò allora il giorno più felice della storia umana. L’umanità ebbe il Maestro Divino, il Sacerdote sommo ed eterno, l’Ostia di riparazione, il Re universale.

Sia benedetto il Signore che tutto volle darci per mezzo tuo. La fede è dono di Dio e radice d’ogni bene.

O Maria, ottieni anche a noi una fede viva, ferma, operosa. La fede che salva e produce i Santi. Fede nella Chiesa, nel Vangelo, nella vita eterna.

Che possiamo meditare le parole del tuo Figlio benedetto, come tu le conservavi e santamente le consideravi.

Che il Vangelo sia predicato a tutti e con ogni mezzo.

Che venga accolto docilmente. Che tutti divengano figli di Dio. Amen».

Verso la fine del 1958, don Alberione iniziò l’Istituto «Ma­ria Ss.ma Annunziata» che fu approvato dalla Chiesa l’8 aprile 1960.

Nel suo diario intimo don Alberione annotò quest’appunto non datato, ma risalente ai primi mesi del 1958: «A Maria, Madre, Maestra e Regina. Io, indegno vostro figlio, accetto con cuore la volontà del vostro Gesù: completare la Famiglia Paolina. Inizierò i tre Istituti: Gesù Sacerdote, Maria Ss. An­nunziata, San Gabriele arcangelo. Saranno anime che “bru­ciano di amor di Dio e che traducono tutta la loro vita in apostolato” (Pio XII, Provida Mater Ecclesia,)» (Don Alberio­ne intimo, p. 37).

In data 21 marzo 1959 don Alberione aveva scritto un bi­glietto augurale a ognuna delle Annunziatine per indicare il modo di celebrare la loro festa, suggerendo fra l’altro la «rinnovazione del desiderio e proposito della consacrazione a Dio ».

Si segue in tutto il Messale Romano e la Liturgia delle Ore.

Quando la solennità coincide con una delle cinque dome­niche di Quaresima si celebra il lunedì seguente. Quando ca­de tra la domenica delle Palme e la II domenica di Pasqua, si celebra il lunedì dopo la II domenica di Pasqua: 

Disponibile in: Español 

LITURGIE DELLA FAMIGLIA PAOLINA 25 MARZO – ANNUNCIAZIONE DEL SIGNORE



venerdì, marzo 29, 2024

Tempo di Pasqua e della Chiesa


Carissime Annunziatine, 

il Tempo Pasquale, cioè tra Pasqua e Pentecoste, è anche il “tempo della Chiesa”, cioè della nostra storia, in cui camminiamo verso la pienezza del dono di Dio, che celebriamo nella Solennità di Pentecoste, ma che si compirà pienamente solo nella Gerusalemme celeste. Il tempo liturgico ci accompagna verso il compimento della storia che è la salvezza, e che ora è da conquistare nel quotidiano. La solennità di Pentecoste, che celebriamo in comunione con la Chiesa celeste, ci ricorda la caparra dello Spirito che già possediamo ed insieme ci invita a procedere con prontezza verso il pieno possesso che avremo nella Gerusalemme celeste. Gli Apostoli ricolmi del Santo Spirito sono immagine della Chiesa ricolma totalmente di Dio, quando Dio sarà tutto in tutti e quando nessuno avrà bisogno di essere ammaestrato da altri (cfr. Is 33,33-34). Il nostro Tempo Pasquale – cinquanta giorni di festa come un’unica Pasqua – non è ancora un possesso pieno ma un cammino verso l’eredità eterna. Rimane sempre vero, in ogni caso, che il Regno dei Cieli non è di questo mondo. 

Vangelo di Giovanni, Atti e Apocalisse

Il Lezionario in questo tempo ci propone la lettura del Vangelo di Giovanni, degli Atti degli Apostoli di Luca (di cui se ne legge meno della metà) e nell’Ufficio delle Letture, meditiamo il Libro dell’Apocalisse. C’è un parallelismo tra gli Atti degli Apostoli e l’Apocalisse. Infatti entrambi parlano della Chiesa e si rivolgono alla Chiesa (e non solo quella degli inizi) che cresce e si sviluppa sotto l’influsso dello Spirito, per giungere sino ai confini del mondo (in particolare gli Atti degli Apostoli) e fino al traguardo della storia (in particolare l’Apocalisse). Siamo nel tempo dopo la Risurrezione e leggiamo il Vangelo di Giovanni nella prima parte, dove racconta di quando Gesù era presente tra gli uomini, quando predicava nella Galilea e nella Giudea a chi era assetato della Parola di Dio, e formava i suoi apostoli perché potessero annunciarlo. Sperimentando che Dio ha tanto amato il mondo da mandare il suo unico figlio affinché tutti gli uomini siano salvi (cfr. Gv 3,16-17). Questo si potrà realizzare con la predicazione del suo corpo mistico, quando la Chiesa giungerà sino ai confini del mondo (confini di spazio e di tempo). Gli Atti degli Apostoli presentano gli inizi della Chiesa, che cresce e si sviluppa, ma che rimane sempre in missione. Quello che è stato della Chiesa agli inizi rimane paradigmatico per la Chiesa di tutti i tempi. Il Libro dell’Apocalisse è un libro amato da mistici, artisti e poeti, meno dagli studiosi. Anche questo è un libro della Chiesa. Spesso, sbagliando, lo si definisce il libro degli ultimi tempi, mentre in realtà è il libro della Chiesa nella storia, cioè è il presente che va colto anche in modo simbolico. Il libro termina con i bellissimi e struggenti versetti: «Lo Spirito e la sposa dicono: “Vieni!”. E chi ascolta, ripeta: “Vieni!”. Chi ha sete, venga; chi vuole, prenda gratuitamente l’acqua della vita. (...) Colui che attesta queste cose dice: “Sì, vengo presto!”. Amen. Vieni, Signore Gesù» (Ap 22,17 e 20). Versetti che ci ricordano cosa devono essere le nostre liturgie: un incessante invito al Signore Gesù di venire a ricolmarci della sua Grazia nel nostro cammino verso il Regno dei Cieli.

Tempo della Chiesa: fede in tempi difficili 

È interessante osservare come san Luca e san Giovanni abbiano scritto sia un libro sulla vita di Cristo sia un libro su cosa succede dopo, cioè sulla vita della Chiesa. Essa infatti è il corpo mistico di Cristo: quello che possiamo vedere adesso.
Spesso ci spaventiamo delle immagini dell’Apocalisse che illustrano gli eventi delle schiere celesti e anti-celesti, mentre ci consoliamo della grande pace e speranza che troviamo negli Atti degli Apostoli. In realtà non comprendiamo bene nessuno dei due libri. Contestualizzando i due testi, ci rendiamo conto che sono più simili di quanto appaia a prima vista: in tempi estremamente difficili sono entrambi ricolmi di speranza. Gli Atti degli Apostoli furono scritti poco dopo la distruzione di Israele e, non dimentichiamolo, anche di tutte le comunità cristiane che vi si trovavano. Allora ci dovremmo stupire che oltre alla parresia e alla gioia che i pagani si convertono, non si accenni anche della grande tribolazione. L’Apocalisse viene scritta quasi una generazione più tardi, quando ormai anche le speranze di riedificare il Regno di Israele sono perdute. Tuttavia la Chiesa, pur perseguitata dall’esterno e provata all’interno, continua a crescere: veramente il sangue dei martiri è seme di nuovi cristiani. Ma avere il coraggio di proclamare in questo momento che la grande Babilonia (cioè Roma) è caduta (cfr. Ap 14,8; 16,19; 17,5; 18,2.10.21) è un segno di impressionate fiducia che il Signore sta per venire e non ci ha affatto dimenticato. Bisogna guardare agli avvenimenti storici con altri occhi: quelli della fede. Riguardo agli Atti degli Apostoli, rimaniamo stupiti del finale: giunto a Roma, Paolo in catene liberamente annuncia Cristo. Sembra che manchi un finale. Ma questa conclusione di san Luca mostra che in questo modo si sta compiendo quanto chiesto agli apostoli da Gesù nell’Ascensione: «“Signore, è questo il tempo nel quale ricostituirai il regno per Israele?”. Ma egli rispose: “Non spetta a voi conoscere tempi (...) ma riceverete la forza dallo Spirito Santo (...) e di me sarete testimoni (...) fino ai confini della terra”» (At 1,6-8). Ebbene, Paolo giunge ad evangelizzare Roma/Babilonia. È incatenato e tuttavia può annunciare a chi viene a trovarlo. Non realizza forse questo? San Giovanni è esiliato a Patmos ed è impedito ad annunciare il Vangelo di Gesù, tuttavia scrive ed ancora oggi possiamo ascoltare i suoi scritti. Anche qui si giunge agli “estremi”, alle “ultime realtà”. Dunque anche noi dobbiamo essere di Gesù con coraggio e fede gioiosa. Ma occorre domandandarsi: dove sono oggi “gli ultimi posti”, dove la forza dello Spirito desidera portarci a testimoniare Cristo con la nostra vita e con le nostre parole? 

Don Gino

sabato, marzo 16, 2024

Amami tu Signore

 



AMAMI TU SIGNORE

Quando non so amare,
quando ti amo poco,
quando amo distrattamente,
amami tu Signore.

Quando mi alzo al mattino
ancora pieno di sogni,
amami tu;
quando mi corico alla sera
avvolto da delusioni,
amami tu;
e soprattutto quando non sono amabile
amami tu Signore.

Quando mi illudo di amare te
senza amare gli altri,
quando mi illudo di amare gli altri
senza amare te,
amami tu;
quando nessuno mi ama
amami tu Signore!

(Adriana Zarri, teologa e scrittrice, 1919-2010) 

Adriana Zarri-Nuovi cieli e nuova terra