lunedì, agosto 18, 2025
Chiesa Angelo Custode
giovedì, agosto 14, 2025
Assunta
Secondo i desideri di don Giacomo Alberione, il prof. Santagata rappresentò sulla cupola, in un crescendo di toni e di figure ma con ritmo sobrio e conciso, la Maternità spirituale di Maria, nella sua vita terrena e nella sua glorificazione. Una maternità che si estende non solo a tutti i cristiani, ma a tutta l’umanità; e si rivolge in modo particolare ai Vescovi come successori degli Apostoli, ai sacerdoti, alle persone consacrate e a quanti collaborano nell’opera di evangelizzazione.
Gli episodi sono disposti a corona, attorno al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo, su un cielo popolato di schiere di angeli come una corolla di petali, fino al turbine leggerissimo degli ultimi cori della cupola superiore.
Nella cupola superiore vediamo, in un disco luminoso, il simbolo dello Spirito Santo, la colomba, circondata da tre vasti cerchi concentrici di angeli ruotanti in volo, quali petali di una rosa che si offre in tutta la sua bellezza.
La colomba dirige il suo volo ad ali distese verso la Vergine (cupola inferiore). La composizione dell’affresco richiama l’Assunzione e la gloria di Maria librata tra cielo e terra, e attorniata da angeli che pregano, suonano, cantano.
Alla sinistra e alla destra della Vergine, le figure del Padre e del Figlio seduti in trono: idealmente completano la figura della colomba, simbolo dello Spirito Santo, dipinta sulla sommità della cupola superiore.
La Madonna –
un’immagine di oltre sette metri e mezzo -, poggiando su una nube bianca, apre
il suo manto e allarga le braccia, racchiudendo sotto la sua protezione due
gruppi simbolici. Il gruppo alla destra di Maria è il gruppo di credenti: tra
loro si staglia la bianca figura del Pontefice Pio XII. Il gruppo alla sua
sinistra, invece, rappresenta coloro che devono giungere alla fede; qualcosa
sta già avvenendo: tra essi infatti possiamo scorgere, inginocchiato, un
missionario. Una “luce”, che scende dalla Trinità alle palme stese delle mani
di Maria e di qui ai due gruppi simbolici, descrive la sua mediazione di
grazie.
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« Dove vai, o Vergine prudentissima,
che simile all’aurora, sorgi, bella
come la luna,
splendente come
il sole ?».
lunedì, luglio 28, 2025
Liete nel Signore
Paolo si rapporta sempre in modo paterno verso le chiese a cui scrive (e non solo nei loro riguardi), diversi sono i toni perchè dissimili sono le situazioni in cui si trovano le chiese nel momento in cui l'apostolo scrive.
Un padre che con forza rimprovera un adolescente, ama il figlio come quando accarezza un bambino che ancora non cammina.
Se un genitore rimprovera i capricci di un piccolo gli vuole bene come quando incoraggia il figlio più grande ma timoroso di iniziare a fare le prime esperienze da solo.
L'amore fa
crescere i figli. La misura dell'amore è nel bene che risulta fruttuoso per il
figlio, non solo nell'affetto che si sente nel cuore. Per questo
incoraggiamenti, rimproveri, carezze o anche le punizioni sono segni diversi
dello stesso amore quando fanno crescere i figli. L'arte sta nell'usarli bene e
al tempo opportuno.
San Paolo
ama i Galati quanto i Filippesi, è affezionato ai Corinti quanto ai
Tessalonocesi. Le lettere sono diverse perchè sono diverse le situazioni, ma
per tutti desidera che crescano nella fede nel Vangelo che ha loro annunciato e
maturino nell'amore a Cristo che sorpassa ogni conoscenza e ogni cosa di questo
mondo.
Rendo grazie a Dio e vi ricordo sempre
"Vivere Paolo oggi" - come
il Primo Maestro spesso raccomanda - significa che i suoi scritti sono vivi
anche oggi e che li dobbiamo sentire come fossero indirizzati a noi adesso.
Per questo è bene leggere questa
lettera di seguito, come se Paolo scrivesse oggi a noi nella situazione in cui
ci troviamo. Con questo testo è più facile poichè san Paolo è più affettuoso,
ma in realtà è sempre molto esigente: vuole che siamo santi e niente di meno.
La prima
cosa che l'apostolato ricorda è considerare i fratelli nella fede (...e nella
vita consacrata) come un dono di cui ringrazire Dio. " Rendo grazie al mio
Dio ogni volta che mi ricordo di voi" (fil 1,3) Talvolta ci riesce un pò
difficile con qualcuno... eppure siamo compagni di viaggio verso la stessa
meta.
Più avanti
ricorda che continuamente prega affinchè i suoi figli spirituali crescano nella
carità, nella conoscenza e nel discernimento spirituale. " E perciò prego
che la vostra carità cresca sempre più in conoscenza e in pieno discernimento,
perchè possiate distinguere ciò che è meglio ed essere integri e irresponsabili
per il giorno di Cristo" Fil 1,9-10).
Se noi
ringraziamo Dio solo del dono delle sorelle e dei fratelli, ma poi non
desideriamo anche la loro crescita spiriuale, non vogliamo loro bene a sufficienza.
Chi ama vuole che l'amato cresca nell'amore. Qualsiasi genitore vuole che i
figli crescano fisicamente ma anche nell'affetto, e che non si dimentichino di
chi li ha generati. Anche se oggi (come in passato del resto) sembra che ci si
preoccupi solo del benessere fisico ed economico.
Paolo
dimostra il suo amore pregando e desiderando che i cristiani di Filippi
crescano nella carità (che significa amare Dio e il prossimo), ma anche nella
conoscenza (che significa essere adulti nella fede, capaci di nutrirsi non solo
di latte spirituale) e nel pieno discernimento (cioè saper discernere e non solo di essere guidati nella fede).
Medesimo sentire, stessa carità
Paolo con la
sua parola e la sua testimonianza ricorda che il suo primo desiderio è che
Cristo sia annunciato in ogni modo: questo è per lui motivo di gioia (e
dovrebbe esserlo anche per noi). Ma non si accontenta: vuole che questo
annuncio divenga fruttuoso non solo nell'ascolto di ciascuno, ma anche nella
viva testimonianza di chi partecipa della Comunione Eucaristica.
" State
saldi in un solo spirito e che cambattete unanimi per la fede del Vangelo"
(Fil 1,27). Dobbiamo diventare un solo corpo, saldo nella fede e coraggioso nel
testimoniare. Non esiste un cristianesimo fatto di singoli. La prova che
veramente si è accolta la parola di salvezza e la fede in Cristo si vede quando
coloro che partecipano della stessa Eucarestia vivono in comunione di spirito
ed hanno gli stessi sentimenti (cfr. Fil 2.1-2).
A partire da
questa disposizione di vita Paolo suggerisce consigli per il comportamento dei
cristiani: rimanere unanimi e concordi; non fare nulla per rivalità; con tutta
umiltà considerare gli altri superiori a sè; cercare anche l'interesse degli
altri... ( cfr. Fil 2,3ss). Vale la pena sottolineare questa espressione:
" Fate tutto senza mormorare e senza esitare" (Fil 2,14). Senza
mormorare ricorda l'atteggiamento
degli ebrei nel deserto. Esso è conseguenza del non avere avuto coraggio a
sufficienza per entrare subito nella terra promessa e dover fare un viaggio
molo più lungo (40 anni)... poi ci si lamenta delle fatiche soprattutto quando
si perde di vista la meta del cammino. Il mormorare indebolisce il gruppo e fa
incrinare la comunione. Paolo lo unisce strettamente a " senza esitare",
cioè ad un atteggiamento di coraggio degli adulti. Sono i deboli e i piccoli
che mancano di fortezza, che esitano, che vedono il futuro come faticoso o
impossibile da realizzare. Il cristiano ricolmo di Spirito Santo non ha paura
di nulla, perchè unito a Cristo non è mai solo con il nemico. Per il restp...
" Siate sempre lieti nel Signore" ( Fil 3,1; 4,4). senza
scoraggiamenti. Infine san Paolo ci invita a continuare con fiducia: "dal
punto in cui siamo arrivati, insieme procediamo" ( Fil 3,16)
La fede in
una comunità viva prosegue nel cammino intrapreso. Non parte da zero, ma va
avanti nel camminare verso la meta che è la salvezza delle anime: delle nostre
e degli uomini di oggi.
Don Gino
sabato, giugno 21, 2025
Maria tutta bella sei
Tra i volti
femminili dell’A. e N. Testamento, il più bello, l’unico immacolato è quello di
Maria.
Rapiti, esclamiamo con la Chiesa:
giovedì, giugno 05, 2025
Beato Giaccardo
Carissimi fratelli e sorelle della Famiglia Paolina,
nel cammino dell’anno giubilare come “Pellegrini di speranza”, siamo invitati a una breve sosta per rinvigorire le nostre energie. Nei pellegrinaggi sono molto importanti le Stationes, luoghi di sosta per riflettere, pregare, riposare, per fare un’esperienza spirituale significativa.
Come Equipe di Postulazione di Famiglia Paolina, vi invitiamo a fermarvi alla «Statio “dei santi della Famiglia Paolina”» il prossimo 13 giugno, giorno anniversario della nascita e del Battesimo del Beato Timoteo Giaccardo (e quest’anno ricorre anche il 40° della proclamazione della sua venerabilità). In questa data ci sarà infatti la possibilità di collegarsi online per un approfondimento-dialogo sulla figura del nostro Beato, poiché non si finisce mai di conoscerlo nelle sue mille sfaccettature, di affezionarci a lui e amarlo sempre di più e di conseguenza di lasciarci illuminare e guidare dai suoi scritti, dalla sua vita, dalla sua preghiera e apostolato.
L’incontro si svolgerà su questi tre elementi: il significato del Beato per l’oggi, il suo messaggio di speranza in questo anno di Giubileo dedicato proprio a questo tema, e la devozione per lui oggi, così com’è vissuta nella parrocchia dove è nato, a Narzole.
L’incontro sarà guidato da don Vito Spagnolo e gli ospiti invitati sono don Guido Colombo ssp, sr M. Joseph Oberto pddm e don Angelo Carosso parroco di Narzole.
Vi aspettiamo giorno 13 giugno, alle ore 15.00, sui canali segnalati nella locandina.
Equipe di Postulazione della Famiglia Paolina
Ecco i link per collegarsi all'incontro del 13 giugno alle ore 15.00 (ora locale di Roma):
Youtube:
https://www.youtube.com/live/zAljbkUWAPY?si=PIyVwoakzB5mmiLw
https://www.youtube.com/live/rVuvgM3r0qA?si=sHXjwUnAo0p8HPgY
Facebook:
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venerdì, maggio 30, 2025
Visitazione
Autore: Don
Giacomo Alberione
domenica, maggio 25, 2025
Anello di Papa Leone
Anello di PAPA
LEONE XIV
Ha abbassato
lo sguardo.
E il mondo
si è fermato.
L’Anello del Pescatore era lì, nel palmo della sua mano.
Pesava poco… eppure portava dentro il peso dell’eternità.
Quando le sue dita lo hanno sfiorato,
non ha sentito oro.
Ha sentito carne.
Ha sentito lacrime.
Ha sentito croci portate per secoli da uomini innamorati di Dio e feriti dagli
uomini.
In quel momento, Papa Leone XIV non era un uomo al centro della scena.
Era un figlio che diceva sì.
Era un servo che tremava di fronte all’amore.
Era un cuore nudo davanti a Dio.
Gli occhi gli si sono velati,
come accade solo quando si tocca qualcosa di troppo grande,
troppo santo, troppo vero per restare asciutti.
Non parlava.
Ma dentro, una voce sussurrava:
“Pietro, mi ami tu?”
E lui, con quel silenzio bagnato di commozione,
ha risposto con tutta la vita:
“Tu lo sai, Signore. Tu lo sai.”
(18 maggio-articolo preso da internet)
Foto:
Vatican News