Anche Sant'Ignazio spiega l'IA
di Carlo Tortarolo
Bisogna
davvero avere paura della rivoluzione tecnologica oppure gli uomini possono
dominarla? I cristiani, per esempio, è come se usassero Chat GPT da almeno
duemila anni nella sua forma più completa, potendo connettersi a Dio con lo
Spirito Santo.
Confrontare
lo Spirito Santo con uno strumento moderno come un assistente virtuale, è un
paragone di sicuro provocatorio perché, secondo la fede cristiana, lo Spirito
Santo connette Dio e l'uomo illuminando l'intelligenza spirituale del credente.
Invece, ChatGPT è un modello di intelligenza artificiale, uno strumento
tecnologico che risponde alle domande basandosi su dati, algoritmi e calcoli
statistici.
Il rapporto
con Dio, però, può fare miracoli: è trascendente, non manipolabile e supera i
limiti umani. L'intelligenza artificiale, invece, resta un'entità materiale, un
oracolo minimalista che induce gli uomini a guardare la terra. Non solo non
colma il vuoto spirituale, ma rischia di alimentarlo. L'uomo moderno, isolato
dalla dimensione spirituale e immerso nel consumismo, finisce per affidarsi a
strumenti laici come l'IA, dimenticando di poter dialogare con Dio. In questo
contesto, uno strumento laico che offra risposte, consigli o persino conforto
psicologico rischia di sostituire la dimensione spirituale.
Lo Spirito
Santo è la presenza divina che guida, illumina e dà forza ai credenti, rendendo
possibile la relazione vissuta con Dio. La preghiera è un dialogo, una «chat»
con Dio nell'interno della coscienza, attraverso lo Spirito Santo. Il dialogo
con Dio per i cristiani è, in un certo senso, l'antenato spirituale di
qualsiasi strumento che permetta di ottenere risposte o confronto. Ma la
trascendenza rappresenta qualcosa che supera i limiti umani e che, per
definizione, esiste in sé stessa e non è manipolabile dall'uomo.
Mentre lo Spirito Santo guida l'uomo verso la trascendenza, l'IA offre strumenti terreni, utili ma limitati, che riflettono la fallibilità e i valori di chi li ha creati. Ogni sistema d'IA può essere addestrato per promuovere scelte o interpretazioni a scapito di altre. Con filtri etici e criteri di moderazione i programmatori decidono quali contenuti sono ammessi e quali no.
La «morale
del programmatore» e i contesti sociali ed economici in cui l'IA è sviluppata
plasmano i risultati, rispecchiando valori e limiti dell'umanità. Inoltre, in
quanto costrutto umano, l'IA non è infallibile: può sbagliare o essere manipolata
per scopi non etici.
Chi matura
una sensibilità spirituale grazie al rapporto con Dio non deve temere le
innovazioni tecnologiche. Al contrario, può servirsene con discernimento,
mantenendo saldo ciò che conta davvero: crescere nella fede e nell'amore verso
Dio e il prossimo.
Un'ottima
guida per orientarsi è il «discernimento degli spiriti», descritto negli
Esercizi spirituali di Ignazio di Loyola. Questo approccio aiuta a leggere i
moti interiori pensieri, emozioni per capire se sono orientati verso il Bene. È
una palestra per la coscienza, che insegna a distinguere con onestà i diversi
impulsi e a valutare se sono in linea con l'amore, la verità e la giustizia o
se nascondono egoismi. Una volta riconosciuta la fonte di un movimento
interiore (spirito buono o spirito cattivo), la volontà può compiere la sua
scelta. È un allenamento che rende la coscienza più vigile. Ci abitua a non
decidere d'impulso o per convenienza, ma a confrontare ogni pensiero con
criteri di amore e verità.
È uno
strumento prezioso anche nell'uso delle tecnologie: aiuta a non farsi
manipolare e a mantenere vivi i propri valori. È un dono per affrontare tempi
difficili tornando a adoperare il cuore. Il Novecento ci ha insegnato che
possiamo cambiare il mondo: il futuro dipende da noi e da quanto sapremo
custodire quella dimensione interiore che nessuna macchina potrà mai
sostituire.
da: Anche
Sant'Ignazio spiega l'IA
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