Maria Negretto ‘Una missione nel cuore’
Poi ritorna a Bafoussam.
Nel 1996, avendo constatato la difficoltà per diagnosticare le malattie ed il costo elevato delle analisi mediche a Bafoussam, decide di fondare il Centro di Salute di Baleng con un laboratorio analisi ben attrezzato. Riesce a realizzare il suo progetto con l'aiuto del Rotary, di molti amici, della Caritas Diocesana, dell'Ente Fiera di Rimini, della Fondazione della Cassa di Risparmio di Rimini e di varie Parrocchie e Ditte. L’opera viene inaugurata l'8 Dicembre 1998. Oggi quello che era un piccolo centro è diventato un piccolo ospedale, formato da un piano per il Reparto di Maternità ed un piano per la Chirurgia. E’ stato completato con il Servizio di Radiologia secondo il progetto di Maria nel 2023. E’ stato inviato un apparecchio radiologico, acquistato con il contributo del Campo Lavoro Missionario della Diocesi di Rimini, del centro Missionario Comboni di Riccione e di tutti noi amici di Maria che intendiamo dare prosecuzione alla sua opera. Continuando la cronistoria di Maria, dal 2000 al 2004 si occupa delle bambine di strada, realizzando una casa di accoglienza finalizzata alla prevenzione Aids e avviamento al lavoro. Qui le ragazzine hanno imparato a leggere, a scrivere, a fare lavori di cucito, di coiffeur e cucina. Il Centro, riconosciuto dalla Delegazione Provinciale, con il contributo dell'assistente sociale del Governo, ha fatto sì che circa trenta ragazze, dopo sette anni, abbiano scelto alcune di realizzare attività di sostentamento ed altre di continuare la scuola.
Dal 2004 Maria dà l’avvio ad un nuovo progetto, per dare la possibilità a molti bambini di andare a scuola senza essere obbligati a percorrere lunghi tragitti. Pensa alla costruzione di scuole materne ed elementari nei vari villaggi. Ne realizza 5: Tyo Village, Kankop, Fawua Bandjum, Banegnam, Baleveng e contemporaneamente aiuta l'orfanotrofio di Rayon de Soleil, che ospita circa 50 orfani. Oggi tutte le scuole continuano la loro attività autonomamente.
Nel 2005 al villaggio, nella casa di nonna Veronica, fanno ritorno la figlia e i 5 nipoti. Nella casa piove, Maria riceve aiuti e la casa viene ristrutturata, diventa grande e viene chiamata Casa Fiumicello come riconoscimento delle continue donazioni.
Dal 2005 al 2007 si occupa delle prigioni. Decide subito che non può lasciare le persone in quelle condizioni, con la rogna, le pulci, la sporcizia, niente acqua, sapone, né cibo. Nel carcere di Bafoussam, che dovrebbe contenere 500 prigionieri, ne sono ammassati 1330. L'amore di Maria e la solidarietà di Rimini vi hanno fatto arrivare l'acqua; all’inizio ne arrivava un sottile filo ad un solo rubinetto, ora arriva da molti rubinetti a sufficienza per le docce e le latrine. Viene effettuata la consegna di sapone per l’igiene personale, rasoi e razioni alimentari e tutte le sere viene effettuata la visita ai detenuti ammalati a cui vengono portate anche le medicine.
Maria, per questo miracolo italiano, ha ricevuto ringraziamenti ed encomi da parte del Ministero che da cinque anni desiderava realizzare questo progetto, ma non vi riusciva per mancanza di fondi.
Tra i detenuti ce ne sono 81 dai 13 ai 20 anni. Maria decide di liberare i minori dal carcere, ma dove metterli? Volere è potere e Maria ci riesce. Il progetto è lungo e complesso, ma Maria non si scoraggia mai; dice: ‘Dobbiamo vivere la vita per la quale siamo nati: io sono missionaria, che vuole dire camminare con il povero, l'emarginato, il sofferente, il prigioniero, ascoltarlo, vivergli accanto’. Condividendo gli ideali di Maria abbiamo creato l'Associazione Maria Negretto del luogo, a scopo non lucrativo e con obiettivi indirizzati ad uno sviluppo integrale con finalità di tipo umanitario. Abbiamo ricevuto in dono, al villaggio di Soukpen, un terreno di 50 ettari, terreno fertile, lontano dai centri urbani, in una zona povera, senza scuola primaria, con tanti bambini e giovani analfabeti . Qui sono stati costruiti una scuola e la casa di accoglienza per i giovani ex detenuti minori, senza distinzione di religione, e tre pozzi artesiani per l'utilizzo di acqua corrente.
E' stato inoltre installato l’ impianto fotovoltaico per il rifornimento di energia elettrica al Centro di Accoglienza, alle strutture di allevamento, alle attività agricole, alla scuole e alle famiglie del villaggio. I ragazzi, circa 20, sono stati accolti, fatti studiare, avviati al lavoro, seguiti con formazione umana e tecnica. Ora lavorano come agricoltori, muratori, falegnami, alcuni hanno avviato cinque allevamenti per rendersi autonomi.
Dopo aver raggiunto la maggiore età e dopo tre anni possono essere aiutati a diventare automi fuori della comunità. Molti rimangono, alcuni se ne vanno. Tutto questo continua fino alla fine del 2013: Maria non ha più il collaboratore che seguiva i ragazzi e la sua salute non le permette di seguirli personalmente. Si rivolge, allora, alla Comunità Papa Giovanni XIII di Rimini, cede loro i fondi del progetto e dal 2014 la Casa di Accoglienza è da loro gestita. .
Maria è figlia spirituale del Beato Don Giacomo Alberione, fondatore dell'Istituto Maria Santissima Annunziata della Famiglia Paolina costituito da donne nubili, Consacrate Secolari per vivere e testimoniare il Vangelo nel Mondo.
Nel 2019, per festeggiare il suo giubileo, riceve in dono una Cappella costruita vicino al Centro Sanitario, ideata e progettata anche in memoria di Don Santo Perin, suo zio, che tanto avrebbe desiderato partire missionario, ma che il Signore chiamò prima che potesse realizzare il suo sogno: morì nel 1945 per l’ esplosione di una mina, non avendo ancora 30 anni.
Maria era solita dire: ‘Spero di averlo sostituito degnamente con l'aiuto del Signore sempre a me vicino. Dal 1969 sono in Africa e una cosa affermo con certezza: senza la fede non avrei retto né 50 anni, né un giorno’.
Era desiderio di Maria morire in Africa e così è stato, così come era suo desiderio essere sepolta nella terra diventata la sua casa. Così scrive nella sua ultima lettera per gli auguri di Pasqua: ‘Le opere del Signore non sono morte con la Sua morte fisica e, come ha fatto nella vita terrena, continuerà a fare miracoli ogni giorno per noi, a condizione che ci rivolgiamo a Lui per tutti i nostri problemi di Fede e Speranza’.
I progetti di Maria Negretto non sono finiti con la sua morte, ma continueranno nel tempo, perché, come ci insegna Gesù, ‘il seme che muore porta molto frutto’. Oggi la scuola elementare e primaria parificata di Soukpen è gestita dalla Diocesi e ospita circa 90 bambini. Non tutti i genitori possono pagare gli insegnanti, che vengono stipendiati dalla Associazione Maria Negretto ODV di Rimini nata nel 2006 grazie al sostegno di Volontarimini, oggi Volontaromagna, per sostenere le opere di Maria con l’aiuto generoso di amici, amiche, soci e socie.
Oltre a pagare gli insegnanti della scuola Saint Paul di Soukpen al momento collaboriamo per la costruzione e l’ampliamento di una scuola presso la Parrocchia Sainte Marie Rivier de Djionè, a 6 km da Soukpen, e stipendiamo l’unica insegnante della scuola. Il nostro referente è il direttore delle scuole Abbè Rostand, anche per l’iniziativa delle adozioni a distanza da sempre svolta da Maria, avendo cura di inviare alle mamme adottive, letterine di ringraziamento, pagelle e foto: un bambino è ora universitario e due sono alle scuole superiori.
Maria, seme fecondo di Dio, continuerà a vivere nei nostri cuori, ad alimentarli con la sua fede, ad illuminarli con la luce dei suoi ideali, a spronarli con la forza dell’amore per l’altro, specie il più povero ed il più emarginato, perché nulla di quanto ha fatto vada perduto.
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