Beato don G. Alberione |
Angelo Colacrai ssp
DON ALBERIONE: uno scricciolo d’uomo, investito dal vento dello Spirito.
Il vento è anche birichino: rivolta gli ombrelli, scompiglia i capelli, fa
volare i cappelli. Il vento è creativo.
Quando soffia il Ghibli, il terribile vento caldo del Sahara, anche il
paesaggio cambia: le dune che oggi son qui, domani non ci sono più, spinte
dalla forza impetuosa del vento in una corsa senza fine…
Lo Spirito Santo ci libera dal “ complesso della serialità”, cioè dal conformismo,
dall’unanimismo. Lo Spirito Santo è fantasia.
E’ sorgente di nuove prospettive, di progetti coraggiosi e innovativi.
Lo Spirito Santo suscita futuro.
Quando il soffio dello Spirito incontra una vela qualsiasi disposta a lasciarsi
investire, avvengono miracoli.
Un esempio: quello di don Giacomo Alberione, fondatore
geniale di una delle più grandi istituzioni religiose del secolo: La Pia
Società San Paolo.
Don Alberione ha fatto quello che solo un gigante avrebbe
potuto fare.
Lui, che “per tanti anni ha portato sullo stomaco, quando riposava, una borsa
d’acqua calda perché non digeriva; ha avuto spessissimo trasfusioni di sangue e
flebo per un’emorragia all’esofago; ha subito operazioni agli occhi, ha
contratto l’epatite virale, ha ingoiato medicine per tutta la vita, ha dormito
pochissime ore di sonno notturno per atroci dolori artritici; non è mai arrivato
a pesare più di 45 chili”
(da: Parlar per simboli - Pino Pellegrino)
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