UN’ANZIANA DONNA CHE GUARDA AL FUTUROO CON FIDUCIA
La presenza delle suore Figlie di
San Paolo nella nostra comunità
parrocchiale durante la prima domenica di Quaresima mi spinge a una
riflessione. Dal 2013 mi trovo in questa fraternità di frati minori che anima
una parrocchia-santuario nel centro storico di Palermo, in un territorio, “Galilea
delle genti”, arricchito e colorato da tanti uomini e donne provenienti da ogni
dove.
Considero entusiasmante e stimolante l’incontro con i popoli e le culture che
ivi abitano: dal Bangladesh al Marocco, passando
dalla Romania e dallo Sri Lanka, per spingerci fino alla Cina e fare
ritorno transitando dal Ghana. Per non parlare, poi, di tutti quei giovani che
giungono qui dai paesi dell’entroterra siciliano e vi si stabiliscono temporaenamente
per intraprendere il percorso universitario. Una grande sfida per l’evangelizzazione
e una grande risorsa centripeta sensazionale, grazie per la missione della
Chiesa. Questa comunità gode di una forza centripeta sensazionale, grazie alla
presenza della figura di sant’Antonio e alla costante animazione dei frati minori che,
ininterrottamente dal 1635 (anno della fondazione del convento), sono presenti
e hanno fatto dell’accoglienza il segno della loro azione evangelizzatrice.
Questa comunità benedetta è stata ed è tuttora
fucina di vocazioni nei vari ambiti della Chiesa: religiosi, religiose,
consacrate, presbiteri, mariti, mogli;
uomini e donne che qui hanno incontrato il Cristo Risorto e hanno
giocato tutta la loro vita perché il Maestro e Signore fosse annunciato a tanti
e tante.
Anche Rosalia Giaccone (nella foto che ritrae fra Gaetano e due Figlie di San
Paolo lei è la seconda da destra, ndr)
ha incontrato e continua a incontrare il Cristo Maestro in questa comunità
parrocchiale: 103 anni di età di cui 97 spesi in Azione Cattolica quando, a 5
anni, da Beniamina ha preso la prima “tessera” di adesione; e quasi 65 di
consacrazione nell’Istituto Maria Santissima Annunziata, realtà di donne
consacrate nella spiritualità paolina. Rosalia non ha mai fatto mistero del suo
essere consacrata, sdoganando la peculiarità del riserbo nell’ottica della
testimonianza e non nell’orizzonte spesso angusto e atrofizzante del “segreto”
, come spesso viene considerata la partecipazione agli istituti secolari.
Ma, ancor di più, la sua adesione al Vangelo è stata e continua a essere una
testimonianza viva per tutti noi sulla consapevolezza che il Signore Gesù Maestro, può condurre alla vita piena solo
costruendo la nostra storia sulla Sua storia. Rosalia, chiamata da tutti
Lillìa, ha accompagnato intere generazioni alla conoscenza di Gesù, quella
conoscenza del cuore e non della mente, della testimonianza e non della
speculazione filosofica, della vicinanza ai poveri e non dei discorsi
filantropici sui massimi sistemi. Lillìa, tra una partita a canasta o a scala
40 e la preparazione delle mandorle tostate (che piacciono tanto al parroco) ,
continua ad amare i sacerdoti e a pregare per loro, perché siano santi e
secondo il cuore di Dio.
E continua ad amare la Chiesa e per lei offre preghiere e sacrifici per
renderla immagine della santità di Dio.
La sua esperienza ecclesiale si nutre della lettura delle riviste e dei libri
delle Edizioni San Paolo e Paoline: Famiglia Cristiana, Jesus, Credere, etc., e
degli ultimi documenti del Magistero. E’ aggiornatissima sul Sinodo e ci
sprona, infondendoci speranza, a “intraprendere processi” per i giovani,
piuttosto che a rimanere fermi nelle sacrestie. E oggi, che le suore Paoline
sono qui a testimoniare il loro carisma e la loro vocazione nella Chiesa e per
la Chiesa, Lillìa completa quest’opera di Dio e la rende attuale e affascinante:
la Chiesa rimane sempre giovane e missionaria e può raggiungere gli angoli
estremi della Terra, purchè metta davanti a sé il Vangelo e la testimonianza.
Fra Gaetano Morreale,OFM
Famiglia Cristiana N.11 – 12 marzo 2023
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