Carissimi amici nella Famiglia Paolina,
sperando che state bene, confidando sempre nella grazia di Dio e nella forza del Carisma paolino inculcatoci da don Alberione, mi permetto di inviarvi un messaggio-augurio, alla luce delle stimolanti Celebrazioni della SETTIMANA SANTA. Un messaggio pasquale che può aiutare a tenere viva l’esperienza della fede profonda e genuina: cioè curare la qualità della vita di preghiera, lo zelo apostolico paolino, la comunione vitale con il Signore che ci vuole bene, che ha eletto ognuno di noi a collaborare con Lui, ad annunciare e testimoniare la BUONA NOVELLA DEL VANGELO, risultando sale e profumo di Cristo (2Cor 2,15) che risana il mondo intero…
La forza della risurrezione di Cristo è l’unica risorsa-energia che ci permette di continuare a sperare e trovare pace profonda, anche in un momento difficile come quello che stiamo vivendo anche all’interno dei nostri ambienti, aggrappandoci saldamente alla sua presenza risanante, roccia della nostra salvezza….
Significative tutte le liberazioni, guarigioni integrali operate da Cristo verso persone che hanno espresso e gridato la loro fede in Lui (il cieco Bartimeo, i vari paralitici, i ciechi…), soprattutto la risurrezione interiore degli apostoli, il cuore dei discepoli di Emmaus che si scalda dopo aver riconosciuto Gesù, ritornando a Gerusalemme per ristabilire la comunione con gli apostoli, mettendo di nuovo in gioco tutta la loro vita per amore.
Il risanamento profondo del Cristo non è nel senso del meno, ma del più; non vuole che viviamo di meno, ma di più; con Cristo non è proibito amare, vivere, gioire. Anzi nel Vangelo viene testimoniata tutta una risurrezione per coloro che accolgono il messaggio di Cristo. Non c’è solo la risurrezione di Lazzaro, della figlia di Giairo; c’è anche la risurrezione di Giovannino che esulta nel ventre di Elisabetta, dei figli di Zebedeo che rompono la vita di tutti i giorni e si mettono dietro a Gesù. E’ stupendo questo ergersi della persona, il decidersi per qualcosa di nuovo, lo scoprirsi qualcuno che prima, fino a quel momento, si era ignorato.
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