giovedì, ottobre 09, 2025

Continuare a salire



Carissime Annunziatine, 



dopo il riposo estivo è normale riprendere il cammino ordinario. Il tempo degli Esercizi Spirituali e del riposo fisico (... anche del caldo) termina e riprendono le attività ordinarie. Questo vale anche per le cose spirituali. A livello umano con l’età è saggio anche valutare sempre meglio la misura delle proprie forze e dei propri obiettivi ma, a livello spirituale, occorre continuare ad alzare lo sguardo e proseguire verso mète ancora più elevate. Si tratta di rivedere con maggior chiarezza i nostri progetti e meglio valutare dal punto in cui siamo arrivati. Poiché non si riparte da zero, bensì dal punto in cui ci si trova in questo momento. La necessaria sosta è un momento di riposo ma anche occasione per ripartire con più slancio e chiarezza interiore. Un vecchio detto sentenzia che “la vita è fatta a scale”: ci ricorda che un cammino non può procedere solo in orizzontale (o con il minimo dislivello), ma bisogna considerare anche le salite e le discese. 


Procedere in salita 

È suggestivo che una parte dei Salmi è denominata “della salita” (o salmi “graduali”): si tratta dei Salmi che venivano proclamati nel pellegrinaggio verso Gerusalemme e verso il Tempio. Nell’antica liturgia latina questo significato del salire aveva dato origine ad una prassi per cui la prima lettura veniva letta in basso, il Vangelo sul leggio più alto, e il salmo in un punto intermedio, sui gradini. Non a caso il libro con i toni dei Salmi era denominato “Graduale”. Era una catechesi visiva che ricordava ai fedeli come è necessario non solo camminare in avanti, ma anche procedere in salita, sia nel comprendere la Scrittura che nel conseguente cammino spirituale. Infatti, la salita non indica solo una direzione spaziale, ma anche e soprattutto spirituale. Il Vangelo non si può comprendere allo stesso livello dell’Antico Testamento. È anche interessante osservare come i Salmi sono considerati più elevati rispetto agli altri testi veterotestamentari. In effetti qualsiasi testo che diventa preghiera, ogni cosa che ci fa pregare, eleva anche chi lo proclama e lo prega. Un testo che non diventa preghiera rimane solamente “lettera” – così è spesso lo studio anche di cose bibliche o spirituali – ma quando diventa orazione diventa vivificante per l’azione dello Spirito. San Gregorio Magno ha una bellissima espressione: “la Scrittura cresce con chi la legge”. Cioè la sua comprensione cresce se si eleva chi la legge: è più chiara, più manifesta, ma anche più elevata. Dunque c’è un duplice elevarsi: la nostra comprensione di ciò che leggiamo, ma anche del nostro cuore. Quando quello che abbiamo compreso diventa preghiera, lì la comprensione diviene molto più profonda. Questo “elevarsi” descrive bene il cammino spirituale che ciascuno di noi deve percorrere. Siamo invitati a lasciare entrare in noi la Parola del Signore affinché nella nostra vita ci innalziamo spiritualmente. Quando noi siamo illuminati dalla grazia, la Parola di Dio si mostra a noi ancora più elevata. Se invece non ci lasciamo toccare dentro, rimaniamo insensibili alla delicatezza dello Spirito Santo e quello stesso brano rimane muto a causa della nostra sordità. 

Elevazione spirituale 

Vale la pena riflettere su cosa può significare il termine “scala”. Con questa parola intendiamo cose molto differenti che hanno in comune l’avere dei gradini, cioè livelli successivi che, a proporzione delle nostre gambe, ci facciano procedere verso l’alto. Ogni scala serve a rendere più agevole il salire in modo proporzionale e ordinato, dalla scala musicale alla scala cromatica... fino alle scale delle nostre case. A noi qui interessa ovviamente l’elevarsi a Dio. Ci sono molte strade da percorrere, ma non tutte sono proporzionate a noi. Ai principianti servono sentieri e gradini proporzionati a loro, per coloro che sono già allenati la salita sarà più ardita... E quando gli anni pesano? Con il passare degli anni il procedere fisico risulta più faticoso. Va anche detto che, per coloro che si sono allenati, il procedere spirituale diventa più spedito. Nel cammino spirituale gli anni non pesano, ma diventano esperienza per procedere con più sicurezza. Si procede sempre dal punto in cui siamo arrivati. Talvolta ci ritroviamo in un avallamento anche nel cammino spirituale ma, facendo tesoro degli insegnamenti e dell’esperienza, ci è poi possibile risalire con più facilità. Facilità non significa “senza fatica”, ma indica che quella operazione viene eseguita con sicurezza e prontezza. La fatica non si nota quando siamo allenati. Nell’Antico Testamento troviamo il brano della scala di Giacobbe. Egli, preoccupato e stanco del cammino, sogna «una scala poggiava sulla terra, mentre la sua cima raggiungeva il cielo; ed ecco, gli angeli di Dio salivano e scendevano su di essa» (Gen 28,11-19). La scala che veramente ci interessa è proprio quella che ci fa giungere sino al Cielo.

Non basta avere una porta per entrare, è necessario anche che ci siano dei gradini, una scala per poterci arrivare. Noi cristiani sappiamo bene che la scala ineludibile per il Cielo è la Croce di Cristo: non c’è altra via di salvezza. Per essa Gesù ci conduce al Padre e ci introduce nel Regno dei Cieli: mèta che non possiamo raggiungere in alcun altro modo. Sono necessarie due cose: la scala ma anche il nostro proposito di percorrerla. Gesù ci accompagna, anzi porta il peso maggiore in questo cammino in salita (cfr. Mt 16,24; Mc 8,34; Lc 9,23) facendolo diventare un giogo dolce e leggero (cfr. Mt 11-28-20). La Croce ci appare come un sentiero impossibile da percorrere con le nostre sole forze, ma ci consola che il Signore ha disposto la nostra croce su misura per noi. Don Dragone soleva dire che il 90 per cento delle croci ce le scegliamo noi, non sono quelle che Dio ha pensato per noi. Queste risultano poi pesanti perché non hanno le grazie che Dio ha previsto per il nostro cammino. Un ultimo pensiero va alla Mamma celeste: è Lei la “Scala” che ci porta al Paradiso: «Ad Jesum per Mariam». Infatti, Gesù dalla Croce ci ha affidato Maria come madre, perché accompagnati e rincuorati da Lei possiamo meglio raggiungere la mèta eterna. 

don Gino 

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